Synopsis: Il pirata

von Vincenzo Bellini


ATTO PRIMO
In Sicilia, nel castello di Caldora e nelle vicinanze, nel XIII secolo. Gualtiero, conte di Montalto, perduto ogni bene si fa pirata, per vendicare i torti subiti e riconquistare l’amata Imogene. Un gruppo di pescatori tenta di soccorrere i naufraghi di un vascello, che una tempesta ha infranto sulle coste di Caldora; un Solitario li incita. Tra gli scampati c’è Gualtiero col suo compagno Itulbo. Gualtiero riconosce nel Solitario Goffredo, il suo vecchio istitutore, e subito chiede notizie dell’amata Imogene (“Nel furor delle tempeste”); Goffredo lo nasconde nella sua abitazione, temendo che possa essere riconosciuto. Giunge Imogene col seguito; informata dai pescatori dell’accaduto, interroga i naufraghi nella speranza di avere notizie sulla flotta pirata; ella è turbata poiché ha sognato Gualtiero ferito a morte ed è in preda a oscuri presentimenti (“Lo sognai ferito, esangue”). Questi da lontano la riconosce e non trattiene un lamento; Imogene ne è colpita e fa in modo d’incontrare il naufrago. Gualtiero si fa riconoscere e nel seguente duetto (“Tu, sciagurato! Ah! fuggi”) Imogene tenta di giustificare il suo precedente matrimonio, contratto solo per salvare il padre, prigioniero di Ernesto. Gualtiero vorrebbe scagliare la sua ira sul figlioletto che la donna ha avuto dal rivale, ma desiste, commosso dalle lacrime di Imogene. Ernesto ritorna vittorioso dalla battaglia contro i pirati (“Si, vincemmo, e il pregio io sento”) ma trova la moglie afflitta e mesta. Avuta notizia dei naufraghi desidera vederli e, diffidente, vorrebbe trattenerli; ma, grazie all’intervento di Imogene, essi possono partire. Gualtiero chiede un ultimo incontro a Imogene; questa è sconvolta e sviene, ed Ernesto s’insospettisce.

ATTO SECONDO
Imogene confessa a Ernesto di amare ancora Gualtiero (“Tu m’apristi in cor ferita”); il duca, informato della presenza del rivale a Caldora, decide di ucciderlo. Imogene e Gualtiero s’incontrano, questi le propone di fuggire insieme (“Vieni cerchiam pe’ mari”), ma interviene Ernesto che sfida Gualtiero a duello (terzetto “Cedo al destin orribile”). Ernesto muore, e Gualtiero si offre spontaneamente al giudizio. Mentre il consiglio dei cavalieri si riunisce, Gualtiero si rivolge ad Adele perché difenda la sua memoria presso l’amata (“Tu vedrai la sventurata”). Imogene invoca il perdono del marito (“Col sorriso d’innocenza”); il consiglio condanna Gualtiero e Imogene impazzisce.


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